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SOGNO COLLETTIVO

SOGNO COLLETTIVO

L’uomo corpulento incrociò le braccia al petto, scrutando con attenzione il grande pannello in pietra.

Al suo fianco, Valkien stava contemplando in silenzio lo stesso oggetto.

“Dunque, di questo è motivo di tua presenzia a matrimozia, socio? Bela giaca, comunqua. Sempre belo avere socio di grande intelighenzia che si sa di vestire bene”

Socio…quella parola suscitò nel Conte un moto di ferocia, ma seppe trattenere la propria furia…purtroppo non abbastanza, poiché Vassili lo stava guardando con la coda dell’occhio, abbozzando un sorriso.

Valkien riprese la sua compostezza e sorrise all’uomo “perdonami, Vassili…lo sai che non sono avvezzo a queste manifestazioni di…affetto” si scusò Valkien, accennando un sorriso mesto.

“Ah, io sa di te e di tua difetta, Valkien” rispose Vassili con un gesto a mezz’aria della mano, come a voler disperdere le ultime parole del Conte “no, tu perdona me. Io sa di essere di poco educato”.

Entrambi ripresero ad osservare la pietra…

“Devo essere sincero, Vassili…questo è il motivo principale. Anche se non mancherei al matrimonio di Mirabella per nulla al mondo” riprese Valkien, dopo un lungo silenzio.

“A proposito, il seguito dello sposo si è mostrato degno? Dal loro arrivo, si sono verificati alcuni accadimenti…sgradevoli…” chiese, sempre senza mai distogliere lo sguardo dalla tavola.

“Si, loro di degna fiduzia” rispose Vassili “ma loro può sempre dimostrare di esere più degni. Familia Bratva ha di tante tradizioni. Loro di aiuta noi, sarebe di gesta di veri parenti”.

Improvvisamente, Vassili si voltò a guardare fisso negli occhi il Conte…”

Io di sicuro sa che Signore di Davion ha di tante leve per ottenere cosa che lui vuole”.

A quelle parole, Valkien non rispose. Guardò a sua volta Vassili negli occhi e, senza dire una parola, fece un cenno di saluto prima di lasciare la stanza.

Vassili riprese ad osservare la pietra e, d’un tratto, urlò “Babushka! A matrimozia io di vuole spezzatino di conilio!”

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