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Epilogo pt.1

Epilogo pt.1

Razynn Grayes stava osservando il giardino della Magione da una delle finestre della sua camera da letto. Alle sue spalle, il fuoco crepitava pigramente ed emanava una tiepida luce ma null’altro. Il calore della fiamma era come attirato ed annichilito dal suo Protettore, seduto su una poltrona ed apparentemente assorto nella lettura di un libro. Ritornò al momento in cui si svegliò e vide il pavimento ricoperto di polvere. Ricordò di aver detto sommessamente qualcosa riguardo una punizione esemplare riservata a suo cugino e di essersi come paralizzata nel vedere quell’uomo nella medesima posizione in cui lo aveva lasciato, seduto a leggere.

Oramai tutto era concluso… era riuscita a sopravvivere ai tentativi di assassinio e questa notte il Rituale di Identificazione avrebbe dichiarato la Famiglia Grayes come legittima regnante di Naargoth.

Certo, se non avesse incontrato quegli stranieri e se essi non avessero avuto un precedente passato con il Viaggiatore e con il suo Guardiano, lei sarebbe ancora fra le nebbie, o peggio.

Troppe coincidenze in così poco tempo… forse la teoria di suo cugino era vera. Un piano escogitato con sapienza da qualcosa di incomprensibile. Ma se tutto era stato posizionato da una volontà esterna, allora anche lei era una pedina di questo gioco. Un gioco di profezie, morte e rinascita…

La Matriarca si voltò e vide che l’uomo non era più seduto ma alle sue spalle, intento ad osservare un punto ben preciso al centro del giardino.

“Bene, il tuo compito è concluso. Puoi lasciare le mie stanze” disse, esercitando tutta la compostezza e il carisma appreso negli anni.

“Silenzio. Qualcosa di molto potente sta giungendo qui. Se vuoi vivere, resta dove sei” rispose l’uomo senza smettere di fissare il giardino. La sua voce era calma, ma Razynn percepì un freddo glaciale e ostile provenire dal suo Protettore… una voce che in un attimo aveva trasformato il suo ruolo di Matriarca e Regina di Naargoth in un gioco fra bambini. Razynn raccolse tutto il suo autocontrollo, non si scompose e si voltò nuovamente ad osservare il giardino.

Fu in quel momento che apparve… una possente figura dotata di strane protuberanze… sinistre propaggini che fuoriuscivano e si intrecciavano sul suo corpo come una venefica edera nera… Il suo volto era nascosto – o forse era proprio quello il suo vero volto – da una tetra maschera scura dotata delle medesime appendici nere. Ma ciò che catturò la sua attenzione era quella strana sfera luminescente che teneva sul palmo della mano. Al suo fianco, un’altra creatura, simile a lui nelle sembianze…

La creatura attese che i suoi salvatori si radunassero intorno a lui. Poi con inesorabile lentezza, si voltò verso l’altra creatura che era apparsa insieme a lui, allungò la mano guantata di nero e lo ridusse in polvere. Razynn vide che il suo Protettore si era irrigidito e si stava frapponendo fra lei e la finestra.

“Vedete questa sfera sul palmo della mia mano? E’ un ordigno… lo stesso ordigno che ha ucciso migliaia di voi e, se solo volessi, potrei uccidervi tutti in un solo istante!” disse improvvisamente con voce imperiosa la creatura apparsa in giardino. Tutti rimasero a debita distanza, molti di loro evidentemente terrorizzati dalle parole del nemico, alcuni posero alcune semplici domande per capire le sue intenzioni, ma comunque tutti pronti a combattere.

“Tuttavia non avete nulla da temere da me! Sono giunto a voi per parlamentare! Io sono il Primo Xoont, il Padre di tutti gli Xoont… Il Vero Padre di tutti gli Xoont… E so cos’hanno fatto i miei figli…” disse, disattivando il congegno ed iniziando a camminare fra i Difensori della Magione. Mentre avanzava osservava attentamente ogni essere vivente presente nel giardino, come un predatore osserva la propria preda.

“Accettate voi? Il vostro silenzio equivale ad un chiaro assenso. Sono piacevolmente colpito dalla vostra saggezza. Lascerò tuttavia che voi elaboriate e metabolizziate la mia presenza ed offerta. Nel momento in cui accadrà, io tornerò e solo in quel momento parleremo ulteriormente” sentenziò la figura, alzando un braccio al cielo e svanendo nel nulla.

Razynn era come rapita da ciò che accadde in quei pochi minuti e non si era accorta del fatto che il suo Protettore si era allontanato da lei, uscendo dalla stanza attraverso la porta principale. La Matriarca si vestì e pensò molte volte a cosa dire durante la sua ascesa al trono.

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VOCI NELLA NEBBIA
Epilogo pt.2