m
Back to Top

SOGNO COLLETTIVO

SOGNO COLLETTIVO

La grande sala del trono era illuminata da numerose candele poste lungo le mura.

La cera nel corso di molti anni era inevitabilmente colata e aveva dato ai candelabri la forma di spettri in silenzioso supplizio…
In fondo alla sala s’intravedeva nell’ombra un grande trono sul quale era seduta una figura ammantata di nero. I suoi occhi emanavano un forte bagliore rosso sangue.

“E’ in buone condizioni?” disse improvvisamente, con voce profonda e sommessa. A debita distanza da quegli occhi rossi, alcuni uomini erano in attesa in marziale silenzio.
“Si, mio Signore. Nessuno le ha torto un capello, come avete ordinato” rispose Vincent Galtien.
Valkien sorrise cupo, sorseggiando un calice di vino.

“Molto bene…quella piccola creatura, può infine rendersi utile. E’ sempre bene avere delle buone carte in mano durante una trattativa. La politica è un gioco: si scartano carte, se ne scambiano altre e talune le si sacrificano. Rendetela presentabile”
“Certamente, mio Signore”

D’un tratto, gli occhi rossi di Valkien si rivolsero direttamente ad una persona in particolare, una figura in disparte.

“Quello che sento è odore di paura, Zildjan?”
Nello stesso momento, anche gli altri presenti si voltarono verso il consigliere del Conte. Ma non fu un gesto in risposta alle parole del loro Signore…anche loro avevano gli stessi occhi color del sangue e fu chiaro che anche loro avevano “fiutato” la paura dell’umano. Una di loro, un’esile fanciulla vestita in modo elegante, sfoggiò un sorriso amabile e da lei iniziò a propagarsi un’ombra in direzione di Zildjan. Immediatamente, dal trono si udì un ruggito che non aveva nulla di umano e l’ombra si ritrasse immediatamente.

“Bella…non si trattano così i miei ospiti” disse Valkien. La sua voce era tornata quella di prima..

“Zildjan, non hai nulla da temere. Mi hai servito bene e io proteggo sempre coloro che mi servono”

“Vi ringrazio mio Signore, ne sono onorato. Tuttavia, avrei desiderio di discutere con voi di una questione…in privato” rispose il mago.

Ad un cenno della mano del Conte, tutte le altre figure presenti nella sala furono inghiottite dalle ombre e i due rimasero soli…

Share